martedì 1 marzo 2011

IL BARATTO


Presso la Feltrinelli Librerie di Prato, Giovanna Querci Favini ha discusso del suo ultimo libro ”IL BARATTO” con due eccellenze della nostra filosofia: Sergio GIvone e Andrea Spini. La serata è stata piacevole e accattivante e il libro della scrittrice toscana ne è uscito a testa alta fra gli elogi dei due illustri professori e del numeroso pubblico presente.

Giovanna Querci Favini ha dato alle stampe, con un po’ di titubanza, questa sua ultima fatica letteraria, temendo di passare per cattedratica, trattando in chiave moderna e a volte ludica quella che per tanti anni è stata la sua materia di insegnamento ed adesso sua materia di studio: la FILOSOFIA. A fare cadere ogni remora è stata la sua profonda convinzione che tutti quanti noi ogni giorno “facciamo” filosofia, in quanto ci poniamo delle domande per le quali cerchiamo delle risposte.
Giovanna Querci Favini è riuscita, senza sminuire, a ridurre , ai “minimi termini” teorie dei grandi studiosi del passato arrivando al cuore e alla mente anche di coloro che non si erano mai avvicinati a questa materia, che in realtà fa parte del Dna di ogni essere pensate.

Molti, a questo proposito, i riscontri dei giovani, degli studenti che hanno affermato che grazie a lei oggi questa materia non incute timore ma incuriosisce e coinvolge e non hanno esitato e definirla “ filosofa/ scrittrice”.


“E’ sorprendente” ha esordito Sergio Givone “ come il romanzo riporti in chiave incredibilmente attuale, moderna e semplice teorie sulle quali si dibattono da secoli i più grandi studiosi del pensiero. Reputo che “Il BARATTO” possa essere definito un Faust del nostro tempo, dove l’attimo, si sofferma, si ferma per poi riprendere il suo percorso in un susseguirsi di pensieri e sentimenti che solo la penna di una grande scrittrice, come Giovanna Querci Favini, è in grado di fare, “costringendoci” gioiosamente alla lettura che ci coinvolge dalla prima all’ultima pagina”.

“E’ vero” prosegue Andrea Spini “anch’io concordo con Givone nel sottolineare la capacità di coinvolgimento di Giovanna Querci Favini nella sua letteratura. Ho letto il libro tutto d’un fiato e in più punti avrei proprio voluto che l’attimo si fermasse E’ riuscita con grande maestria filosofica a trattare le più grandi paure dell’uomo: la perdita della giovinezza e la paura della morte. La lettura di questo libro mi ha trasmesso una splendida sensazione : quando l’amore vince sul male le paure e i timori della vita spariscono. Una grande prova di scrittrice per una filosofa del nostro tempo”.

Ghita è una donna che potrebbe essere il prototipo dei desideri di ogni donna della nostra epoca: la sua massima realizzazione è nel lavoro. È nata da una famiglia benestante e si è sposata con un ricco imprenditore, ha due figli, una bella casa, insomma tutto quello che una donna può desiderare.
Ma in un monotono pomeriggio di Pasqua qualcosa di assurdo, qualcosa di inverosimile, come inverosimili sono gli scherzi dell'inconscio, le cambierà la vita. Il baratto (Marsilio), nuovo romanzo di Giovanna Querci Favini è un libro avvincente e ricco di imprevedibili invenzioni..



BIOGRAFIA


GIOVANNA QUERCI FAVINI UNA FILOSOFA DEL NOSTRO TEMPO CON LA STOFFA DELLA NARRATRICE



Giovanna Querci Favini è nata e vive a Firenze, dove lavora con un gruppo di ricerca presso la facoltà di Lettere e filosofia dell’Università. Ha vissuto per molto tempo a Prato, dove il marito, Francesco Favini, è stato uno degli industriali più innovativi nel settore della stoffa. Collabora a diverse riviste filosofico – letterarie ed è autrice di alcuni radiodrammi, trasmessi dalla wdr, rete nazionale tedesca. Per la sua attività teatrale ha ricevuto dalla città di Firenze il «Fiorino d’oro». Ha scritto un saggio, “Pirandello: l’inconsistenza dell’oggettività” (Laterza), e ha pubblicato con Marsilio cinque romanzi.
LEZIONI DI FRANCESE (1994, Premio Donna Città di Roma),Una ragazza della borghesia fiorentina cresce nel quartiere dei villini, insofferente del perbenismo che la circonda. Una presenza accompagna la sua adolescenza inquieta: Elsina, la sua professoressa di francese, che incarna tutte le possibilità di trasgressione. La ragazza sogna ribellioni che non pratica, diversamente da Elsina che tradisce il fidanzato fin quasi a rendersi complice del suo misterioso assassinio politico, rimpiange la vita libertaria degli anni Cinquanta parigini, si innamora di un ragazzo molto più giovane che l’abbandona per sposare una ricca americana. Elsina, una strana eroina, una maestra che non va imitata, ma bisogna amare.
LA PAZZA (1996)Curare con parole o curare con i farmaci? Questo attualissimo dilemma è al fondo del romanzo, che racconta la storia di Lina-Amanda: Lina, la personalità negata, vittima di una vita di sacrifici, sposata a un uomo che non ama, costretta a un lavoro che la emargina: Amanda, la donna libera, affrancata, visionaria. Lina si rifugia in Amanda, ma Amanda è finzione, illusione e quindi condanna Lina all’ospedale psichiatrico. Le vicende, le frustrazioni, la terribile solitudine di Lina-Amanda sono narrate attraverso il suo delirio, un delirio che ricostruisce la sua squallida gioventù, il suo triste matrimonio, il suo adulterio. Un libro fortemente sentito dall’autrice, sono in molti a volerne la sua riedizione e una versione cinematografica, per i temi forti e attuali che tratta.
VIAGGIO PER NESSUN LUOGO (1998, finalista al Premio Chianti)La protagonista di questo romanzo è una donna sposata. Nella sua vita, apparentemente tranquilla, si insinua la coscienza di un vuoto, il rimpianto sempre più lacerante di un ricordo che ha tentato inutilmente di seppellire. Purtroppo la lacuna non si colma: passato e presente rimangono due mondi irrimediabilmente divisi.
PRIMA CHE FACCIA BUIO (2005)Il romanzo “Prima che faccia buio” è stato presentato in Consiglio regionale da Mara Baronti, presidente della Commissione regionale Pari opportunità, Paolo Becattini, assessore alla Cultura del Comune di Fiesole, dal professor Sergio Givone e dall’autrice. “E’ un libro –ha detto Givone- che ha il coraggio di affrontare in modo intenso i grandi temi dell’etica, del bene e del male, del senso della vita”. “E’ un’opera non comune –continua il professore- importante in un mondo in un cui tutto si fa opaco”.Ambientato negli anni Cinquanta-Sessanta racconta l’incontro e l’amore svanito tra Riccardo, uomo della dolce vita, e Giorgia, estranea al suo mondo. I due protagonisti sono costretti a sfidare i pregiudizi della società piccolo borghese a cui lei appartiene e della disinibita élite aristocratica che è il mondo di lui, dominato da una madre possessiva e invadente. Il loro amore costretto a lottare contro tutto ciò che li circonda, finirà per distruggersi. “Prima che faccia buio vuol dire prima che Riccardo si suicidi –aggiunge Givone- e il suicidio del ragazzo è il fallimento del senso della vita”. “L’opera –ha detto Giovanna Querci Favini- narra una storia compiuta e fa parte di una trilogia di storie d’amore impossibili tra personaggi che hanno alle spalle vissuti e contesti sociali completamente diversi”.IL BARATTO (2010)La protagonista è una donna che potrebbe essere il prototipo dei desideri di ogni donna della nostra epoca: la sua massima realizzazione è nel lavoro. È nata da una famiglia benestante e si è sposata con un ricco imprenditore, ha due figli, una bella casa, insomma tutto quello che una donna può desiderare, ma soprattutto il suo lavoro le riempie la vita molto più dell’amore per suo marito che è ormai diventato una tenera amicizia resa appena un po’ diversa da qualche incontro sotto le lenzuola, con l’impressione di rubare del tempo al sonno di entrambi sottraendo energie ai rispettivi lavori.Ghita è una docente universitaria di psichiatria, aiuto del primario, e ha con lui una sorta di amicizia che a volte sembra voler essere molto di più. Le sue malate, e lei se ne rende conto, sono più importanti del marito, dei figli, del posto prestigioso che occupa nella società della buona borghesia a cui è sempre appartenuta. Ghita è convinta di non aver mai voluto o desiderato niente di diverso; in fondo, è certa di non aver mai amato. Ed è felice che sia così. Ma in un monotono pomeriggio di Pasqua qualcosa di assurdo, qualcosa di inverosimile, come inverosimili sono gli scherzi dell’inconscio, le cambierà la vita. Due sono le domande che Ghita e il lettore si pongono attraverso questa storia: da dove viene il Male? E si può vendere l’anima al diavolo per rivivere il momento più orribile del nostro passato? Con questo libro la scrittrice vuole sottolineare il ruolo della filosofia nel nostro periodo. Ha avuto lusinghieri giudizi da:CLAUDIO MAGRIS: “Ho appena finito il tuo libro, con profonda emozione. Non solo per la qualità del libro: scritto benissimo, con passione e lucidità, ma per la storia che parla al cuore . Quello descritto nel libro è quell’amore che sento di più …..”LUCA CANALI: Ho letto il tuo romanzo e non posso essere “feroce” come tu mi esorti ad essere, perché si tratta indubbiamente di un ottimo lavoro. E dico “lavoro” perché rivela un fortissimo impegno intellettuale. Si tratta di un romanzo di grande livello letterario. ………il fascino di questo “Baratto” che è un libro importante nel panorama letterario contemporaneo italiano……”.Ottimo anche il giudizio di SERGIO GIVONE, ma la scrittrice cerca anche critiche “feroci”, “negative”, che possano dare la possibilità di aprire un dibattito sulla filosofia nella letteratura contemporanea.PAOLO DI STEFANO sul suo blog del CORRIERE DELLA SERA, riferendosi al “IL BARATTO”, ha titolato “LA FILOSOFIA E ’ MORTA”. Sarà vero?

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