... Maio procede ancora, come negli anni giovani, mirando all’orizzonte della forma pura. Gli alberi si sono umanizzati, non tanto nella somiglianza d’aspetto quanto nel sentimento di umanità che trapela come essenza di immediata percezione.Sono divenuti forme di vita in embrione e poi personalità autonome, capaci di occupare la scena con totale padronanza. Tecnicamente, si sono confermati i mezzi espressivi tipici di Maio: gesso, matita, segno, colore e quella manualità che invade la tela, che la percorre e la segna, la ravviva di presenze, bagliori e pigmenti come se il dipinto fosse microcosmo. Quasi un rapporto fisico di compartecipazione tra tela e pittore, che si fabbrica i colori dalle terre, che abbevera i gessi nelle essenze e ricorre all’imprevisto per ottenere istintiva una profondità, una luce, una nota di forza. Anche questo è un punto di fede in Maio: alla purezza della forma occorre la dedizione totale di mezzi, strumenti e linguaggi.La libertà espressiva osserva tuttavia un rigore costante e non valica mai il confine dell’eccesso, attenendosi semmai all’esuberanza che felicemente concorda con il concetto di vita.La figura dipinta, personaggio, embrione, oppure semplice immagine, beneficia delle trasparenze e delle profondità incise nella pittura e acquista volume e movimento che sottintendono un valore scultoreo. La forma ha assunto corpo, ruota nello spazio e si proietta all’esterno. ...
"INCONTRO CON L'ARTISTA -
Testimonianze di STEFANO CRESPI e CLAUDIO RIZZI
Mercoledì 26 novembre 2008, ore 21
Impronte del Tempo, Galleria Mazzini 6, Seregno (MI)
Nessun commento:
Posta un commento