Non temete, non voglio scriver d’ottica, ma neppure d’Arte, bensì di comunicazione, quella quotidiana che fruiamo tutti. Archiviato ormai il secolo breve da due lustri, questo XXI secolo si prospetta come un’era vocata alla comunicazione, ma di che tipo, di quale valore, con quale scopo.
Sempre di più e più spesso il desiderio di informarsi e di informare passa attraverso schermi, monitor, display, video: il computer primo fra tutti, ma anche il telefonino, ora videofonino, la televisione, pure l’azione di spostarsi da un luogo all’altro passa attraverso lo schermo di un navigatore satellitare, come quasi tutti i macchinari industriali e non hanno sostituito manopole e interruttori da display touch screen. Tutto questo ci porterebbe molto lontano e si potrebbero scrivere fiumi di parole, ma questo non è il momento. Vorrei porre però una piccola considerazione, lanciare un sassolino nello stagno. Quanto di quello che passa attraverso i vari video, internet, TV per primi, è realtà. Per intendersi, con realtà mi attengo alla voce dei dizionari: tutto ciò che esiste, che si può osservare tangibilmente. Piuttosto, tutto quello che passa attraverso essi si trasforma in reale. Ecco spiegato il titolo di questo mio intervento, lo schermo che come una porta lascia entrare immagini, suoni, fatti avvenimenti che al tempo stesso si scompongono e ricompongono per diventare la nostra realtà. Se un albero cade nella foresta e non c’è nessuno per sentirlo, fa rumore?
Claudio Romeo
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