sabato 5 dicembre 2009

Mostra Personale dei mosaici di Pierino Bonci - (a cura del maestro Michell)-Legnano, sab 5 dic, h 18







SABATO 5 DICEMBRE H 18,00

PERSONALE DEL MAESTRO DEL MOSAICO

PIERINO BONCI

LEGNANO (MI) P.ZZA SAN MAGNO 10

INAUGURAZIONE DEI LAVORI E PROFILO ARTISTICO

A CURA DEL MAESTRO "MICHELL" pittore, scultore, art director


PIERINO BONCI:

unicita’ temporale dell’arte musiva

a cura del maestro d’arte “MICHELL”


Se analizziamo la parola mosaico

scopriamo che questo termine eredita diverse etimologie.

Mosaico deriva probabilmente

da “musae”, ninfe protettrici

dell’arte secondo la mitologia greca,

Successivamente,subisce la translitterazione latina medioevale “musàicus”

che significa “creazione delle Muse” (le nove divinità greche

delle arti e delle scienze, figlie di Zeus e Mnemosine).

Medesime origini

Vengono attribuite al termine museo. Il termine Museo trae etimologia dalla parola greca MUSEION (da Musa e quindi “luogo sacro alle Muse”).

Museion era l’istituzione culturale pubblica creata da Tolomeo II ad Alessandria d’Egitto nel III sec. A. C. in stretta correlazione con la celebre biblioteca:

un luogo di riunione e di studio per letterati, scienziati, filosofi, tra le cui funzioni, non è certo anche se probabile, pare vi fosse anche quella di raccogliere opere d’arte.

Ma chi erano le Muse?

Per i Greci erano le figlie di Zeus e della ninfa Mnemosine, erano divinità che proteggevano le arti e risiedevano sul Monte Elicona, in Beozia. Erano nove e spesso venivano raffigurate accanto al dio Apollo.

L'ARTE MUSIVA, dunque "mosaico", significa «opera paziente, degna delle Muse». Quindi andrebbe pronunciata “musaico”, da Musa, appunto, ma il termine e’ stato poi translitterato e ci giunge come “mosaico”.

Tutto questo escursus, a rivendicare un lavoro quasi “divino”

fatto di un paziente laborio nell’accostamento

ordinato di preziose tessere.

Le unità del mosaico sono appunto le tessere (dal greco tesserà (gonos, in latino)

Tessera che significa un oggetto regolare piatto con quattro lati.

Si tratta dunque di una tecnica decorativa con la quale per mezzo di frammenti (ordinariamente piccoli cubi, detti appunto tessere musive) di pietre naturali, di terracotte o di paste vitree, bianche o nere o colorate, applicate sopra una superficie solida con cemento o mastice, viene riprodotto un determinato disegno.

Scintillante vetro, lucida ceramica, pietre

dure, raffinata madreperla, pregiati lapislazzuli

e gocce d’oro zecchino, questi gli ingredienti

della magica alchimia del mosaico.

Secondo un’antica leggenda, infatti, il mosaico

nasce proprio dal tentativo dell’uomo

di imitare la natura nel suo aspetto

più creativo, geloso di tanta bellezza e

arte quasi pittorica dell’uso dei colori.

Il risultato è un arcobaleno iridescente,

che ci riporta ai colorati cunicoli

delle piramidi egiziane.

Nondimeno agli

antichi gioielli della Mesopotamia, testimonianza più antica di decorazioni musive, risalente al IV millennio a.C. dove i mosaici erano formati con coni di argilla cotti infissi nei muri con malta e bitume.

L'origine del mosaico dunque si perde nel tempo, sviluppandosi come parte integrante dell'architettura: comunemente si fa risalire alla pavimentazione a ciottoli in uso a Creta, che però non presentava una superficie piana, in quanto venivano utilizzate pietre naturali.

Dall’antica Roma, Plinio (scrittore romano del I secolo d.C.) e Vitruvio (architetto romano del I secolo a.C.) ce ne lasciarono chiare indicazioni.” La sostruzione (lo strato su cui fissare le tessere) era composta da più strati: lo "statume", un agglomerato di ciottoli, il "rudus", composto da tre parti di pietre spezzate e una di calce, e il "nucleus", fatto di coccio pesto e calce, e infine uno strato sottile d'intonaco su cui andavano inserite le tessere”. Quando la civiltà romana cadde sotto i colpi dei barbari invasori, l'arte traslocò presso le sicure terre d'oriente: a Bisanzio e nel resto dell'Impero d'Oriente, si formarono scuole di mosaicisti che produssero opere grandiose; sotto la spinta della nuova religione, il cristianesimo, i muri delle basiliche si vestirono di miliardi di piccole tessere colorate. Il mosaico bizantino, dunque, pittura per l'eternità.

Dopo i fasti del periodo bizantino, il mosaico conobbe un lungo periodo di decadenza.Lo riscopriamo nel Settecento. In virtù di un sempre più perfetto mimetismo con la pittura, che già il mosaico superava in durata, stimoli sempre piu riscopert ipoi grazie agli scavi che fecero riemergere le meraviglie di Ercolano e Pompei.



Passando attraverso lo

studio e l’applicazione del mosaico romano,

bizantino, moderno e contemporaneo.

dai mosaici del Foro Italico in Roma a

quelli della Chiesa del Santo Sepolcro a

Gerusalemme, si giunge oggi alle decorazioni pavimentali

del grande Kawakyu Hotel in Giappone

al mosaico “Saetta iridescente” per

la nuova stazione della metropolitana

Temporary Word Center Path Station

(Ground Zero) di New York.

Senza dubbio rappresenta una delle più alte espressioni dell'arte e uno dei più antichi e appariscenti mezzi d'ornamentazione, tramandateci fin dai tempi antichi, come abbiamo visto..



Cio’ anteposto, traendo partito dal principio visivo primario dell’arte musiva, cioè la proprietà di

accostare le tessere formando alla fine un disegno che noi chiamiamo

comunemente FORMA, quando ne comprendiamo l’insieme a partire

da ciò che viene percepito visivamente e dagli elementi e i processi

che lo attraversano, che lo hanno prodotto,

esplorando l’operato musivo del Bonci,

riscontriamo aspetti straordinariamente contrapposti della ricerca artistica e introspettiva dell’artista.

Antico e moderno convergono nelle tematiche che il maestro percorre e traduce mirabilmente attraverso la sublime arte del mosaico.

Abbiamo gia visto che di per se’ l’arte del mosaico e’gia intrinsecamente“arte decorativa arcaicistica”per eccellenza, rimandandoci alle realizzazioni greco-romane pompeiane e imprescindibilmente all’epoca bizantina (tratti che risaltano eccellentemente nell’opera mosaicistica del Bonci – vedasi l’opera ERACLE E IL CACCIATORE, in stile greco romano o CROCEFISSIONE e SOFFERENZA in stile bizantino ).

Ma rilevante e’ il tentativo del maestro nel rapportarsi anche a tematiche moderne e concettuali attraverso una tecnica intrinsecamente decorativa e arcaicistica, come il mosaico. Tentativo che ritroviamo nelle opere MURO WRITER oppure IERI OGGI, tentativi di rappresentazione di tematiche sociali. Oppure addirittura nella ricerca antropologica che ritroviamo in MASCHERA AFRICANA, fino ai tratti di arcani geometrismi sacri presenti in opere come

EGITTO oppure L’ALBERO E LA MONTAGNA, e ENERGIA AL QUADRATO opera quest’ultima che riecheggia finanche i geometrismi kandinskiani.

L’arte musiva del Bonci , in quanto tale, rappresenta ingrediente primario a disposizione di architetti, artisti e designers, nutriente per

la continua ricerca e sperimentazione di

soluzioni estetiche e funzionali .

Un capolavoro

di minuzia e religiosa dedizione,

l’arte del Bonci, così sorprendentemente ben ispirata, dopo millenni,

da un intervento quasi “ultraterreno”, in un’era di caos digitale e arido arrivista materialismo.

Sublime tratto contraddittorio della metodica e dell’approccio artistico del Bonci rispetto ai tempi.

E’ probabile che il Bonci tenti di reincarnare antiche reminescenze, di miti e di tratti di storia umana, ormai irrevocabilmente inscritti nella banca dati del DNA umano e magistralmente “proiettati” nelle forme che il maestro Bonci compone attraverso l’accostamento delle moltitudini di preziose tessere musive.

Ricomposizione fors’ anche delle forme interiori, delle IMAGO interne. Un percorso a ristroso nell’antico, fino al raggiungimento delle profondita’ degli Archetipi ((vedasi l’opera EGITTO), per risalire, ripercorrere, RICOMPORRE il mosaico della propria mente-spirito, per giungere a una nuova piu’ matura consapevolezza: la forma finale dell’immagine musiva diviene dunque per il Bonci, simbolicamente una riformulazione del proprio Se’, spirituale e artistico, ricco di nuova mturita’ e consapevolezza.



Concludendo.

Tra i tasselli del mosaico del Bonci e le delicate

forme dei suoi disegni, eredita’ fin dal lontano

IV secolo A.C., possiamo dunque ritrovare

le tracce della nostra storia, gli archetipi, le fondamenta

della nostra cultura,

Fulgida entita’ artistica, Pierino Bonci, con i suoi mosaici, e’ indiscutibilmente da rispettare

ma soprattutto da valorizzare e custodire con gelosia, tra le nuove identita’ artistiche dei nostri anni.



Michell



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IL SALOTTO DEGLI ARTISTI

DOMENICA 13 DICEMBRE

dalle h 19.00

" N O M A N Z I A "

(o Astrologia Onomantica)

(..."analisi del nome e cognome come importanti codici alfanumerici, contenenti importanti messaggi per la rivelazione del passato, presente e futuro, per una maggiore consapevolezza e miglioramento del Se'...

Scienza antichissima, tratta dalla Kabbalah ebraica e dall'Alef-Bet (alfabeto) ebraico.

Simbologie dei 22 caratteri ebraici e similitudini con le lettere dei comuni alfabeti occidentali. Il linguaggio e la comunicazione moderni, evoluzione e involuzione. L'assegnazione del nome come casualita' "causale".....".

Ne parla

il MAESTRO "MICHELL"

pittore, scultore, approfonditore delle fiosofie, religioni, delle scienze esoteriche e delle culture dei popoli



DOMENICA 13 DICEMBRE

dalle h 19.00

HOTEL DELL'ARTE
VIA FARUFFINI 25 - MILANO



CONFERENZE ISTITUTO "ALKEMIA"

presidente

dott. prof. Alberto U.CADDEO





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MARTEDI' 15 Dicembre 2009 - ore 21,00
presso Mondadori Multicenter Auditorium
Via Marghera 28 Milano (MM De Angeli)

DIVINA COMMEDIA E PSICOSINTESI

Dante Alighieri affermava (nel Convivio) che la sua Divina Commedia poteva essere letta in quattro diversi modi: in modo letterale, allegorico, morale, anagogico (cioè spirituale). A questi se ne può aggiungere oggi un quinto: quello psicologico. Da quest’ultimo punto di vista, la Divina Commedia è infatti un immenso palcoscenico di immagini e vicende narrative che rappresentano precisi stati di coscienza e mutamenti interiori della psiche: Il viaggio dell'anima umana attraverso i tre regni interiori dell’Inferno, del Purgatorio, del Paradiso.
Nel corso della serata verranno letti e commentati in chiave psicologica alcuni passi della Divina Commedia, per mostrare come l'immaginazione letteraria di un testo del Trecento può fare da mappa psicologica per il cammino evolutivo dell'uomo moderno, lungo i gironi, le cornici e i cerchi di luce del suo vivere quotidiano.

relatori:

GIUSEPPE COLALEO, counselor, insegnante, formatore, dottore in filosofia

ALBERTO UGO CADDEO,medico, psicoterapeuta, psicosomatista

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