mercoledì 27 maggio 2009

WORLD PAVILION


dentrofuori Biennale
evento parallelo - parallel event
insideoutside Biennale


WORLD PAVILION

6-7 giugno 2009
June 6-7th, 2009

Mostra, Letture, Mail Art, Performance
Exhibition, Readings, Mail Art, Performance and more
inaugurazione dalle 10 alle 22

Mostra: 6 giugno - 10 settembre 2009
Exhibition: June 6 - September 10, 2009

la S.V. è invitata

by GIANCARLO DA LIO - TIZIANA BARACCHI

logo by Claudio Romeo

artisti presenti:
ITALIA Tiziana Baracchi - Mariano Bellarosa - Piergiorgio Beraldo - Lamberto Caravita - Gianfranco Chinellato - Roberto Cogo - Pino Conestabile - Carmela Corsitto - Francesco Cucci - Maurizio Follin - Mauro Gentile - Claudio Guasti - Oronzo Liuzzi - Valentino Montanari - Dino Patroni - Paola Rivabene - Claudio Romeo - Concetta Russo - Roberto Scala - Renata e Giovanni Strada - Tito Truglia
FINLANDIA/FINLAND Paul Tiilila
FRANCIA/FRANCE Rèmy Pénard
GERMANIA/GERMANY Karl F. Hacker - Peter Kustermann
INDONESIA Setyo Mardiyantoro


GARAGE N.3 Gallery
via Cavallotti 83B
30171 VENEZIA MESTREITALIA

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UN BEL DI...FORSE
La Biennale punta ancora sulle nazioni, il maggior numero possibile. Un’idea passatista, superata da un concetto di mondo legato sempre di più al concetto collettivo di sopravvivenza. Anche i limiti dei giardini e l’impossibilità di creare nuovi spazi espositivi nazionali dimostra la fragilità dell’idea.
Anche l’idea di trasversalità, contaminazione non trova accoglienza nell’idea di spazi espositivi nazionali. La Biennale dovrebbe proporre un nuovo padiglione mondiale dove gli artisti siano ospitati con i loro linguaggi per generi e non per nazionalità. Utopia? Gli interessi di gruppo e un modo di pensare vetusto le impediscono un vero rinnovamento.
GIANCARLO DA LIO

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Da sempre siamo abituati ad operare con artisti di ogni parte del mondo. In piena libertà abbiamo spesso anticipato i tempi sperando che qualche illuminato delle istituzioni percorresse la stessa strada. Un sogno brutalmente infranto. Non si può sperare in sistemi dell’arte codificati dove gli interessi del mercato prevalgono. Come se le opere costruite a tavolino per bisogni pseudoculturali possano essere considerate come una zuppa liofilizzata. Noi siamo contrari ad un intendere un mercato dell’arte figlio del marketing e quindi di falsi bisogni e valori. Anche la divisione per nazione degli artisti può costituire solo un riferimento logistico ma non più un valore culturale. La divisione ha più senso per generi. Per cui un eventuale World Pavilion non è più ipotesi ma realtà. La globalizzazione e contaminazione dell’arte ha anticipato quella economica che non sempre si è dimostrata positiva.
GIANCARLO DA LIO

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