martedì 17 giugno 2008

DONATELLO MAZZONE


Donatello Mazzone classe 1977 nasce a Bari, fin dalla più tenera età appassionato di arte figurativa e cinema horror. Partecipava a diverse esposizioni nazionali e locali mentre frequentava l'Istituto Statale d'Arte, sezione arredamento e l'Accademia di Belle Arti, sezione scenografia, di Bari. Nel 1995 inizia ad intraprendere la strada dell'arte, eseguendo lavori su richiesta che comprendevano ritratti, quadri per appartamenti e progetti per l'arredamento. Dopo una breve esperienza presso una azienda di arredo in stile, nel 1997 decide di avviare una propria attività, ancora però a livello hobbistico, in uno studio dove saranno poi realizzati la maggior parte dei suoi lavori. Conosce la tecnica dell'aerografo studiando le opere di H.R.Giger; era affascinato da come l'artista riuscisse a rendere reale ciò che era solo frutto della sua immaginazione. Da qui in poi la sua ricerca autodidatta sull'aerografo comprenderà la decorazione di moto, caschi, auto, chitarre e interi locali. Questi lavori gli hanno permesso di portare avanti la sua passione per la pittura d'impatto, la cultura horror e lo studio della biomeccanica. Suddetta passione viene identificata dall'artista come BLACK-ART, nella quale sono racchiuse opere che diventano lo specchio del suo inconscio. Cercando di coinvolgere a pieno lo spettatore dell'opera materializza le raffigurazioni pittoriche con applicazioni scultoree tridimensionali. Queste ultime sono costituite dall'assemblaggio di resti ossei animali con altri componenti. Dopo la laurea in scenografia, liberatosi dagli studi, ha deciso di intraprendere a tempo pieno l'attività artistica realizzando lavori sempre più complessi che spaziano dai trompe l'oeil alle scenografie per set televisivi. Ampliando la ricerca artistica nel campo cinematografico realizza cortometraggi soffermandosi sulla sperimentazione delle immagini con un forte impatto visivo. Uno di questi sarà analizzato nel libro di psicologia "lartecontemporanea" (Levante Editori - Bari) dal Prof.Pansini che al riguardo dice:«Il "fattore personale" ha attivato la trama del racconto, un dramma di Shakespeareiana memoria, un "Giulietta e Romeo" dei nostri giorni o, ad ogni modo, l'archetipo dell'eterno fanciullo, dell'amore perduto e non realizzabile. Un connubio tra amore e morte che avanza quando si spinge verso la trasformazione. L'amore sovverte qualsiasi sistema che è così destinato a morire.» Nell'ultimo periodo l'artista ha improntato le sue opere sullo studio dell'arte biomeccanica ottenendo soluzioni decorative progettate per qualsiasi supporto che varia dalla moto al body-painting.

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