venerdì 5 giugno 2009

DANIEL SHINASI

Comune di Pisa

Assessorato alla Cultura









MOSTRA PERCORSO

“ SCHINASI.OMAGGIO NEOFUTURISTA A GALILEO GALILEI “


MUSEO DELL’ORTO BOTANICO A PISA 5 GIUGNO - 20 LUGLIO 2009



Promotori: Comune di Pisa – Assessorato alla Cultura in collaborazione con BNL, Centostazioni, Università di Pisa
Mostra /percorso inserita nelle manifestazioni dell’anno Galileiano
Titolo:Schinasi. Omaggio neofuturista a Galileo Galilei
Date: 5 giugno – 20 luglio
Info: Comune di Pisa Direzione Cultura – Ufficio Politiche Culturali tel. 050 910373
Daniel Schinasi www.schinasi.com - e - mail:schinasi.daniel@libertysurf.fr

Inaugurazione: venerdì 5 giugno alle ore 17.30 presso la palazzina Museo dell’Orto Botanico via Luca Ghini, 5 dove ci sarà un intervento del gruppo corale “Cantiere” che eseguirà brani polifonici del ‘500.
Sarà presente l’artista



In occasione delle commemorazioni per l’anno Galileiano la città di Pisa rende omaggio ad un grande maestro dell’arte contemporanea: Daniel Schinasi.
Schinasi, appassionato da sempre del pensiero galileiano realizza sui temi della scienza e del personaggio Galileo varie opere, molte delle quali proprio nella città di adozione dell’artista e natale dello scienziato: Pisa.
Per Schinasi lo scienziato Galileo Galilei è l’eroe e il simbolo della dura lotta per l’affermazione del pensiero umano, delle arti, della scienza e della tecnica contro ogni forma di
persecuzione e questi sono i contenuti delle opere che in questa occasione vengono esposte o segnalate in una sorta di mostra/percorso che attraversa la città di Pisa.
La prima tappa del percorso è l’ingresso della Stazione Ferroviaria di Pisa dove un grande murale racconta la denuncia verso la persecuzione. Nel murale Isabella la Cattolica , che istituì in Spagna l’Inquisizione e Papa Urbano VIII e il Papa del tempo, che permise che Galileo Galilei fosse perseguitato, sono gli avversari, che tramarono all’ombra dell’Oscurantismo autoritario e persecutorio. La lettura del murale è piana ; da sinistra a destra si collocano Isabella la Cattolica, che trama nel buio della sua reggia e papa Urbano VIII. Al centro dello studio pisano Galileo Galilei spiega al mondo la verità della sua nuova Scienza. Sullo sfondo l’architettura del Duomo e la lampada di Galileo, tra le colonne in trasparenza, i volti di due superstiti delle più recenti persecuzioni.
Continuando il percorso si arriva alla sede centrale della BNL in Corso Italia dove nella vetrina centrale è esposto un ritratto di Galileo che Schinasi ha sentito la necessità di realizzare per questa occasione insieme alle opere presso l’Orto Botanico. Un omaggio neofuturista a Galilei che si rendeva necessario, in quanto l’opera rappresenta i due aspetti del Nostro: l’uomo e lo scienziato. Da sinistra il volto di Galileo esprime la prima parte della sua vita a Pisa, durante gli anni di studi, di insegnamento e di ricerca. I colori chiari dei rosa dei verdi e degli azzurri traducono l’aspetto sereno dell’uomo; quelli più scuri, dall’altra parte del viso esprimono il dolore e l’incomprensione dello scienziato in piena ricerca, ma anche l’amarezza, il dolore e la fermezza di fronte alle avversità.
Per l’Orto Botanico è stato esposto lo studio dell’opera già presente nell’aula magna della facoltà d’Ingegneria ed un polittico composto da quattro pannelli che compongono l’allegoria di alcuni periodi della vita di Galileo Galilei. Da destra a sinistra Galileo spiega le sue teorie a Papa Urbano VIII in presenza di Cristina di Lorena. In primo piano sono presenti i personaggi che lo hanno seguito e assecondato:Giovanni Keplero, Nicola Copernico, Evangelista Torricelli, Vincenzo Viviani e Galileo che spiega al Doge di Venezia l’uso del cannocchiale, nella parte alta si vede a sinistra le chiesa della Salute a Venezia e a destra il Giardino Botanico e la Torre pendente.
E’ rappresentato poi il processo e Galileo in prigione che pur essendo malato e cieco, sempre fermo nelle proprie convinzioni, sogna le future evoluzioni della scienza e della tecnica fino all’epoca contemporanea.

Si arriva infine alla facoltà d’Ingegneria con l’omaggio a Galileo e Leonardo, rappresentazione dei due più grandi scienziati dell’umanità, le loro intuizioni, invenzioni e scoperte che hanno consentito il moderno progresso tecnologico e scientifico .



L’itinerario cittadino tracciato dalle opere del maestro Daniel Schinasi è così tracciato:

Ingresso Stazione Ferroviaria
OMAGGIO A GALILEO GALILEI ALLE ARTI, ALLA TECNICA , AL LAVORO NEI CAMPI
Murale cm 600x2,80 - tempera lavabile e idrorepellente, 1992

Banca Nazionale del Lavoro – Corso Italia
OMAGGIO NEOFUTURISTA A GALIALO GALILEI - « Umanista e scienziato » .
RITRATTO DI GALILEO GALILEI
cm 80x70 - Tempera su masonite, 2009

Museo dell’Orto Botanico
Ingresso
PROGETTO PER L’OPERA PRESENTE NELL’ AULA MAGNA DELLA FACOLTÀ D’INGEGNERIA
cm 86x50,5 - tempera su masonite, 2002-2004

Palazzina
OMAGGIO NEOFUTURISTA A GALILEO GALILEI
Polittico cm 120x 400 - tempera su masonite, 2009

Facoltà di Ingegneria
Aula Magna
OMAGGIO A GALILEO E LEONARDO
Pannello cm 300x1,30 - tempera su legno, 1994

Dip. di Ingegneria Aerospaziale
ALLEGORIA DEL VOLO UMANO
Pannello cm 230 x 160 - tempera su legno, 2002




Biografia di Daniel Schinasi

DANIEL SCHINASI fondatore del Neofuturismo è nato ad Alessandria d’Egitto nel 1933 da famiglia sefardita d’origine ispano – livornese. Nel 1953 la sua formazione artistica inizia con i corsi serali di disegno all’Accademia Silvio Bicchi. Nel 1956 lascia l’Egitto per l’Italia e si installa a Livorno. In Toscana conosce i Maestri del Rinascimento e in seguito a Parigi gli Impressionisti e i movimenti del XX secolo. Dal 1962 al 1967 sviluppa uno stile con forme geometriche ritrovandosi sulla stessa onda di Franz Marc, Metzinger e Feininger. Le prime opere neofuturiste sono esposte nel 1963 a Milano dove conosce Carlo Carrà. A Parigi nel 1969 viene redatto il Manifesto del Neofuturismo diffuso a Milano nel 1970. Nel 1978 a Parigi, conosce Sonia Delaunay che intrattiene con lui conversazioni sui protagonisti del Cubismo e del Futurismo. Inizia da quel periodo la grande pittura dei Murali e dei Pannelli nelle Hall delle Stazioni Ferroviarie, nell’Ippodromo, nelle Università, nell’Ospedale, nei Teatri d’Opera. Dal 1955 presenta mostre personali ed Antologiche nelle capitali europee, negli Stati Uniti ed in Israele. Negli anni ’70 l’amicizia con lo Storico dell’Arte Vincenzo Marotta che lo affiancherà fino alla sua morte nel 2004, lo spronerà nello sviluppo della sua ricerca sul Neofuturismo e quella con lo scrittore Guido Lopez di Milano per la difesa dei valori dell’Ebraismo. Le sue pitture sono presenti in Musei, Pinacoteche e Collezioni Private. L’Italia, la Svizzera e la Francia dove ha vissuto una buona parte della sua vita artistica l’hanno visto protagonista impegnato a difendere l’Arte Figurativa e soprattutto a divulgare il messaggio di un uomo che sta accanto agli altri uomini portatore di civiltà universale. Daniel Schinasi vive a Nizza e in Toscana con soggiorni in Israele e in Spagna.


Schinasi fondatore del Neofuturismo

Correva il 1909, più precisamente il 20 febbraio, quando Le Figaro pubblicò in prima pagina il Manifesto del Futurismo, firmato da un gruppo di italiani, tra i quali Filippo Tommaso Marinetti e Umberto Boccioni. L'arte, si diceva, doveva esaltare il movimento, il modernismo, la tecnologia, la velocità.
Sessantun’ anni dopo, un altro italiano scelse ancora una volta la capitale francese per lanciare il suo manifesto del Neofuturismo. Nel '70, Daniel Schinasi partì, infatti, per Parigi per promuovere la sua idea di arte. Una concezione che riprende alcuni temi del futurismo ma che, rispetto al movimento originale, presenta alcune differenze sostanziali. "Non più esaltazione della macchina -dice Schinasi - non più scomposizione/deformazione esasperata dell'oggetto e dell'immagine dell'uomo. L'uomo e la natura riacquistano il loro aspetto naturale con solenne ed assoluta dimensione umana. La luce in movimento nasce dall'uomo e dalla natura e crea il dinamismo nell'opera". Se nel movimento di Boccioni e Marinetti il modernismo è assunto a dogma assoluto, in grado, cioè, di trasformare le macchine e i mezzi di trasporto in veri e propri miti, per Schinasi la sfida è, invece, quella di rappresentare un mondo dove l'uomo possa restare integro e perfino aspirare a qualche forma di saggezza. Per fare questo, è necessario, però, che eviti di muoversi con la frenesia tipica della società dei consumi. L'artista rifiuta quindi di cadere "nella trappola del progresso a tutti i costi", propria del futurismo. Il suo movimento trasmette un messaggio di speranza.

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