Si inaugura sabato 25 ottobre alle ore 19:30 nella sala Pinacoteca la mostra personale
“Antico Presente”
dedicata all’artista francese
PAUL-LOUIS REBORA
(nato a Rabat in Marocco nel 1927, vive ed opera in Francia) che si avvale della presentazione critica e della cura di Dores Sacquegna.
In mostra sarà presente la recente produzione dell’artista, dal gusto neo-informale, e caratterizzata dalla concettualità del “reperto” .
“Nelle sue opere si assiste ad una figurazione che va oltre l’immagine rappresentata e raggiunge traguardi catalizzati nella nostra memoria, in un labirintico e ludico percorso all’indietro, saturo di immagini e simbologie che richiamano a sedimentazioni arcaiche, a-temporali…”. “Così dai suoi lavori fuoriescono come fantasmi del passato, paesaggi desolati, emersi da disastrose eruzioni vulcaniche dove la presenza dell’uomo è pressoché inesistente, salvo per alcune opere in cui si avverte il passaggio dell’uomo sulla terra come testimonianza di un passato arcaico, primitivo, simbolico. Sono scritture criptiche, anche zen, codici con cui l’artista riesce a catapultare lo spettatore in un futuro remoto, trasformandolo in una specie di archeologo di un era di là da venire, in attesa di una incerta fine del mondo e di un possibile inizio di una nuova era, che emerga in qualche modo dalle rovine del passato-presente, per un ritorno felice alla natura ed ai suoi cicli e al suo ordine”.
“Nelle sue opere si assiste ad una figurazione che va oltre l’immagine rappresentata e raggiunge traguardi catalizzati nella nostra memoria, in un labirintico e ludico percorso all’indietro, saturo di immagini e simbologie che richiamano a sedimentazioni arcaiche, a-temporali…”. “Così dai suoi lavori fuoriescono come fantasmi del passato, paesaggi desolati, emersi da disastrose eruzioni vulcaniche dove la presenza dell’uomo è pressoché inesistente, salvo per alcune opere in cui si avverte il passaggio dell’uomo sulla terra come testimonianza di un passato arcaico, primitivo, simbolico. Sono scritture criptiche, anche zen, codici con cui l’artista riesce a catapultare lo spettatore in un futuro remoto, trasformandolo in una specie di archeologo di un era di là da venire, in attesa di una incerta fine del mondo e di un possibile inizio di una nuova era, che emerga in qualche modo dalle rovine del passato-presente, per un ritorno felice alla natura ed ai suoi cicli e al suo ordine”.
In contemporanea nella Project Room la collettiva “Narciso e il suo doppio” con le opere degli artisti:
Silvia De Gennaro(Roma),Cinzia Fresia (Torino), Maria Luisa Imperiali (Milano), Maggy Jacot (Brussel, Belgio), Dario Manco (Lecce), Teresa Olabuenaga (Città del Messico), Giancarlo Rocca & Alejandro Buonpensieri (Torino, Argentina), Gianluca Russo (Lecce).
“Doppio come trasformazione del sé nel concetto di bellezza e di quotidianeità nell’opera “Beauty”di Silvia De Gennaro.
Cinzia Fresia, gioca sul riflesso allo specchio del Narciso (fiore) riecheggiando il mito delle “Metamorfosi di Ovidio”.
Più realistico e pittorico, legato all’iconografia classica, il” Narciso” del duo artistico composto da Giovanni Carlo Rocca e Alejandro Buonpensieri, che negli ultimi anni operano assieme. Due uomini, un’unica opera. Amore e abisso, bene e male.
Ma il tema del doppio offre differenti valenze: non solo vanità, illusione, omosessualità, identità fisica ma anche “Natura dell’Es” e lo dimostra ampiamente l’opera “Es” di Dario Manco. Un’opera anch’essa a metà tra fotografia e pittura, che contraddistingue l’ultima produzione dell’artista pugliese, affascinato dai colori dell’assenza, dai muri scrostati dal tempo e dalle simbologie legate all’” social identity” di oggi. Uno sdoppiamento che emerge anche nell’opera fotografica di Maria Luisa Imperiali in “if you look me I look me” , cioè, se tu mi guardi io mi guardo, mi riconosco. Uno sdoppiamento dovuto più ad una clonazione che ad una riflessione.
E proprio sui cloni e sui gemelli monozigoti, verte da anni oramai la ricerca del pugliese, Gianluca Russo presente con la video-performance” Twins 38, Morso d’amore”. Protagonisti due gemelli monozigoti che interpretano una antica danza legata ai culti orgiastici dedicati a Dionisio; il video documenta, la tradizione del tarantismo come esorcismo musicale ma anche il luogo ricco di vegetazione mediterranea, lo specchio per contemplare i movimenti, l’acqua per rinfrescarsi durante la lunga danza e una corda appesa dove lasciare oscillare il corpo e la testa per imitare i gesti del ragno. Antico e presente (tradizione e clonazione). Dalla mitologia greca di “Dedalo ed Icaro” attinge l’artista belga Maggy Jacot, che presenta due sculture in alluminio che si abbracciano sospese nello spazio. Icaro rappresenta col suo volo aereo il sogno dell'adolescente di diventare adulto prima del tempo, Dedalo, omicida per imprudenza del proprio figlio Icaro, è uno scienziato che per interesse o per vanità è in grado di concorrere alla creazione di mostri disumani, come il Minotauro. Imitazione della realtà e al contempo lirismo plastico ed artistico nelle opere di Teresa Olabuenaga, che gioca sull’identità del doppio. Mani e piedi si stagliano su una sorta di arazzo pittorico, nel quale si intravedono ritagli di identità ripetute all’infinito”.
Cinzia Fresia, gioca sul riflesso allo specchio del Narciso (fiore) riecheggiando il mito delle “Metamorfosi di Ovidio”.
Più realistico e pittorico, legato all’iconografia classica, il” Narciso” del duo artistico composto da Giovanni Carlo Rocca e Alejandro Buonpensieri, che negli ultimi anni operano assieme. Due uomini, un’unica opera. Amore e abisso, bene e male.
Ma il tema del doppio offre differenti valenze: non solo vanità, illusione, omosessualità, identità fisica ma anche “Natura dell’Es” e lo dimostra ampiamente l’opera “Es” di Dario Manco. Un’opera anch’essa a metà tra fotografia e pittura, che contraddistingue l’ultima produzione dell’artista pugliese, affascinato dai colori dell’assenza, dai muri scrostati dal tempo e dalle simbologie legate all’” social identity” di oggi. Uno sdoppiamento che emerge anche nell’opera fotografica di Maria Luisa Imperiali in “if you look me I look me” , cioè, se tu mi guardi io mi guardo, mi riconosco. Uno sdoppiamento dovuto più ad una clonazione che ad una riflessione.
E proprio sui cloni e sui gemelli monozigoti, verte da anni oramai la ricerca del pugliese, Gianluca Russo presente con la video-performance” Twins 38, Morso d’amore”. Protagonisti due gemelli monozigoti che interpretano una antica danza legata ai culti orgiastici dedicati a Dionisio; il video documenta, la tradizione del tarantismo come esorcismo musicale ma anche il luogo ricco di vegetazione mediterranea, lo specchio per contemplare i movimenti, l’acqua per rinfrescarsi durante la lunga danza e una corda appesa dove lasciare oscillare il corpo e la testa per imitare i gesti del ragno. Antico e presente (tradizione e clonazione). Dalla mitologia greca di “Dedalo ed Icaro” attinge l’artista belga Maggy Jacot, che presenta due sculture in alluminio che si abbracciano sospese nello spazio. Icaro rappresenta col suo volo aereo il sogno dell'adolescente di diventare adulto prima del tempo, Dedalo, omicida per imprudenza del proprio figlio Icaro, è uno scienziato che per interesse o per vanità è in grado di concorrere alla creazione di mostri disumani, come il Minotauro. Imitazione della realtà e al contempo lirismo plastico ed artistico nelle opere di Teresa Olabuenaga, che gioca sull’identità del doppio. Mani e piedi si stagliano su una sorta di arazzo pittorico, nel quale si intravedono ritagli di identità ripetute all’infinito”.
(Dores Sacquegna)
Informazioni
Inaugurazione sabato 25 ottobre ore 19:30
(alla presenza degli artisti)
Cataloghi in mostra
Date: 25 ottobre – 12 novembre 2008
Giorni & Orari: dal lunedì al sabato dalle ore 17,00 alle 20, 00
Ingresso libero
Sede espositiva e commerciale:
Primo Piano LivinGallery
Arte Contemporanea
Viale G. Marconi 4 Lecce, 73100
Tel/fax:0832 304014
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